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Monica Youn▐ March of the Hanged Men

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Wordle: monica youn march of the hanged men
Monica Youn
 March of the Hanged Men  




1.
hyperarticulated giant black ants endlessly boiling out of a heaped-up hole
in the sand
2.
such a flow of any other thing would mean abundance but these ants replay
a tape-loop vision
3.
out of hell the reflexive the implacable the unreasoning rage whose only end
is in destruction
4.
the way the dead-eyed Christ in Piero’s Resurrection will march right over
the sleeping soldiers
5.
without pausing or lowering his gaze for he has no regard now for human
weakness
6.
since that part of him boiled entirely away leaving only those jointed auto-
matic limbs
7.
that will march forward until those bare immortal feet have pounded a path
through the earth
8.
back down to hell because there is no stopping point for what is infinite
what cannot be destroyed


Mia Nonna dello Zen ♦ Ermeneutica dell'anima rotonda e del fischio dell'ospite

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Mia Nonna dello Zen a Paul Ricoeur
#
Se l’anima è rotonda perché è la mistica
delle teste quadre?


t
Lo straniero è una sorta di posto vuoto. Noi sappiamo a cosa apparteniamo, ma non sappiamo chi sono gli altri a casa propria. E’ soltanto per contraccolpo che noi stessi ci sentiamo stranieri, sul modello dell’estraneità dello straniero. Prenderne coscienza ci mette sulla strada di un riconoscimento reciproco, sulla via dell’ospitalità nelle sue dimensioni morali e politiche, e ci permette dunque di trattare positivamente la pluralità umana come qualcosa d’invalicabile.
[►da: Paul Ricoeur, L’estraneità dello straniero, in : Idem, Ermeneutica delle migrazioni,Mimesis 2013]
#
Mio nipote il poeta è una sorta di posto vuoto, non sa a cosa appartiene e non sa nemmeno chi sono gli altri a casa propria, intendendo quella che gli arbërëshë, che sono migrati tutti sulla terra propria nostra e di mio marito, il nonno del poeta, e se la sono presa e si sono fatti un’altra casa propria, e il poeta nemmeno questo sa, ha assunto la loro estraneità e invece di riconoscerlo reciprocamente si mettono sull’uscio, o di un negozio, o di un’abitazione, o di una scuola, e gli fischiano dietro, come pure fanno gli albanesi dell’ultima ora qui venuti, evidentemente perché ospitati dagli arbërëshë che si son presi la nostra terra. Insomma , mio nipote, anche sulla via, non ha diritto all’ospitalità nelle sue dimensioni morali e politiche, e la pluralità umana, che prima gli ha tolto il nome, poi gli ha tolto la roba, non lo chiama verso la fusione mistica, anche se , c’è del vero in questo, non si può dire che l’anima non sia rotonda, difatti se ne hanno una è di gomma , anche se non ci si può giocare a pallone, perché il mercato delle partite, e delle scommesse, è appunto in mano a questi mistici della doppia, se non tripla, stanzialità.

[→da:Mia Nonna dello Zen, Se l’anima fosse davvero rotonda, ci sarebbe la mistica della palla?]

Purtuǎllë vs Portogallo?

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§L’arancia dei cani
by Gaudio Malaguzzi

Anche qui, dove l’arancia è chiamata “Purtuǎllë”, i cani uccisi o crepati non vengono seppelliti, come nel resto d’Italia e anche nella Repubblica di S.Marino e a Malta, e perché no?, al Vaticano, ma restano a marcire come in Portogallo e a rinsecchirsi all’aria. Come ad Alentejo – così narra Thomas Bernhard in “Fertilità”(1) – se pure vengono trascinati via dalle strade, rimangono poi abbandonati sul ciglio sinistro e destro delle strade, anche provinciali, ancorché fino a pochi anni fa questa strada provinciale fosse strada statale così lunga e percorribile da poter giungere anche a piedi, volendo, fino a Reggio Calabria. C’era Mia Nonna dello Zen, che, saggia com’era,buttava i cani morti sotto gli alberi d’arancio, sui quali il raccolto è sempre stato almeno il triplo che sugli altri. Tant’è vero che il vero “purtuǎllë”, che ebbe a mangiare il poeta – quello del Giardino Zen dell’Arancia – non fu mai minimamente eguagliato in sapore e agrumitàda nessuna delle altre arance che, durante la sua biografia, il poeta dovette mangiare.

(1)Contenuto in Thomas Bernhard, L’imitatore di voci© 1978; trad.it. Adelphi, Milano 1987.
▐ Il Giardino Zen dell'Arancia

L'immaginazione▐ Invito per un numero sulla Poesia Visiva e Concreta

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 from ignazio apolloni

 quando ancora nel secolo scorso anche le riviste del profondo sud facevano i numeri speciali sulla poesia concreta e sulla poesia visiva, anche perché nell’habitat c’erano francesco saverio dodaro, francesco pasca, enzo miglietta e, tra gli invitati, c’erano operatori visivi del calibro di franco verdi, william xerra, carlo belloli, maurizio osti, michele perfetti, vincendo accame, luciana arbizzani, ignazio apolloni, l’uomo della singlossia, irma blank, betty danon, quella che fu con v.s.gaudio tra i poeti dei readings alla Galleria d’arte 2000 di Bologna negli anni di piombo, arrigo lora totino, emilio isgrò, eugenio miccini, ugo carrega, mirella bentivoglio, lamberto pignotti, lucia marcucci, giovanni fontana,  luciano ori, carlo marcello conti, quello di “zeta”, la rivista internazionale di poesia e ricerche, che, adesso, non si sa quando esce, se esce ancora, dopo che, anni fa, è venuta a mancare prematuramente l’indimenticabile franca campanotto, achille cavellini, stelio m.martini,  luciano caruso, tomaso binga, agostino contò, vitaldo conte, addirittura emilio villa…

Media Original Text™ Quelli della notte in un test di V.S.Gaudio per "La Stampa"

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A sinistra del Test di V.S.Gaudio (all'inizio, su "La Stampa", i Test venivano firmati con l'acronimo;
 successivamente, la firma per i Test de La Stampa è stata.:Vuesse Gaudio),
c'è un articolo  dell'indimenticabile Dada Rosso
sulla trasmissione di Renzo Arbore



5 tipi di gente da salotto
by V.S.Gaudio
 La Stampa 
17 maggio 1985


░ Nadia Campana to V.S.Gaudio: "Oggi è New York"

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Nadia Campana
scrive al poeta V.S.Gaudio:
"oggi è stupenda, oggi c'è il sole, oggi è New York(...)"
Quando ancora, nel secolo scorso,
 la traduttrice di Emily Dickinson 
scriveva cartoline al poeta


Monica Youn▐ Ignatz Domesticus

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Ignatz Domesticus

Then one day she noticed the forest had started to bleed into her waking life.
There were curved metal plates on the trees to see around corners.
She thought to brush her hand against his thigh.
She thought to trace the seam of his jeans with her thumbnail.
The supersaturated blues were beginning to pixellate around the edges, to
                  become a kind of grammar.
Soot amassed in drifts in the corners of the room.
She placed a saucer of sugar water under her lamp and counted mosquitoes
                  as they drowned.
A soft brown dot loomed large in her concern.
She pressed her thumb into the hollow of his throat for a while and then let
                  him go.



Media Original Text™ Chi sei dietro la maschera?

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 = I Test di Vuesse Gaudio

Chi sei dietro la maschera?



La Stampa● 2 febbraio 1988




Luigi Fontanella ▐ THE OLD TOWN

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THE OLD TOWN
by Luigi Fontanella
                         

Sera inoltrata nel vecchio pub del villaggio
passo davanti a quattro sordomuti
sulla piazzetta il tempo s’è incrostato  
alle lamiere contorte delle macchine
abbandonate nello yard di Jim
le vedi parlare tra loro nel vento
autunnale,  padrone d’ogni loro fessura
la luce dell’unico lampione riversa
la sua bava giallastra sul lastricato
poco fa un magro allucinato è uscito dal pub
camminava come uno che aveva perduto tutto al gioco
guardo i pochi negozi chiusi e all’angolo il vecchio cinese
che s’ostina a impiastricciare
nel fumograsso del suo abituro
per qualche ultimo avventore
che non arriverà.
L’aria marina ti violenta la faccia
eppure ancora non è tardi
ancora non è tardi.


Più avanti il piccolo semaforo
segna il limite finale del villaggio
oscilla come un aquilone
munito di un solo occhio
che uccide a caso
così ieri pomeriggio il gabbiano urlando
mi vorticò davanti
il becco infilzato nel dorso           
del granchio che ancora
muoveva le sue zampette
lo seguii con lo sguardo finché potei.
E nell’oscurità immaginavo occhi attaccati
ai vetri delle case a strapiombo sul mare. Eppure
non è tardi.  Ancora non è tardi.


Petra sfida la notte e stasera come ogni sera
ancora conserva il segreto
di una madre che perse suo figlio
un giorno che questi volle andare sulla spiaggia
e non fece più ritorno. Scomparve come Ramiro 
per sempre inghiottito nel mare nello spazio nel buio
nel cielo nel suo mistero. Anch’io
ho abitato qui, anch’io un giorno
ho toccato queste pietre interrogandole
tastandole cercandone il tesoro. Pietre
che sono sopravvissute al sangue
e alle lacrime, pietre amare e ignare,
vendute al primo arrivato, pietre  
che un tale già avanti negli anni si caricava sulle spalle
ogni mattina una dopo l’altra senza riuscire
a finire la sua opera
schiacciato da una di esse.  Emma
faceva vedere a tutti la botola
che dalla camera da letto
conduceva in un minuscolo antro sotterraneo
quante volte avrei voluto
calarmici nel buio più buio... un soffio
impetuoso improvviso di vento fa risuonare
la catena del pozzo ove un giorno
qualcuno attinse acqua per Petra.  Risuona malamente
la catena sbatte impietosa
ma ancora non è tardi,
ancora non è tardi.


La Regina delle Azalee è partita per sempre
stasera il vento flagella le pietre e quest’erba
che lei non si stancava di rassodare
e popolare di nuove piante
scovate chissadove e di altre invenzioni mentre
l’albero di sanguinella annunciava
generoso i suoi candidi
fiori ogni primavera.  Regina è partita
senza lasciare il suo nuovo indirizzo
insieme con i suoi sogni d’acqua e di terra
svanito l’odore di caminetto svanita la nepitella
colta un pomeriggio d’estate a Shelter Island
spariti anche i due gatti trovati per caso
dalle parti di Lindenhurst.


Poggio la mia faccia sull’erba io già erba io già terra
la vecchia Amy della casa accanto una sera
si nascose sotto un ammasso di foglie secche
per negarsi ai nipoti che venivano
inutilmente a trovarla
e quella sera,  spazientita,
sbucò d’improvviso dal mucchio di foglie  
inveendo contro di loro.  Clang clang clang
risuona brutalmente la catena del pozzo
mi spinge oltre
sul divano sono rimasti vecchi giornali
e riviste ancora incellofanate
disordinatamente ammucchiati la ragazzina dell’edicola
era assai solerte nel mettere da parte
la merce richiesta dai clienti fissi
un giorno mi presentò suo marito Tom Hass
un cristo alto due metri che si vergognava
della propria altezza “si tratterrà molto
in questo villaggio?, e:  how do you like it here?”


Siamo tutti morti e l’arida strada attutisce
ogni suono e io guardo come in un film muto
i quattro ragazzi che si passano la palla fra loro
ma ancora non è tardi ancora non è tardi.

THE OLD TOWN è originariamente uscito  in "Disunita Ombra" (Archinto, 2013); qui leggermente riveduto, è di prossima uscita nel libro LA SCIARPA ROSSA E ALTRI POEMETTI (Oedipus Ed., 2014)



Wordle: luigi fontanella the old town
La Wordle del poemetto di Luigi Fontanella:
se ci pinghi su, ottieni
 l'open in window a pieno schermo!

Roberto Roversi▐ Ultime tre lettere a Ignazio Apolloni

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!               
Una pagina dell'Introduzione
di V.S. Gaudio
alla 2^ edizione di "
Niusia",
edizioni Arianna-Fondazione Apolloni-Fabra,
Palermo 2012
!               

Yoko Ono ░ Water Talk

V.S.Gaudio a Klelia Kostas ░ Piove sempre ancora

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pioggia su piazza s.carlo a torino
Wordle: piove ancora sempre 2Wordle: piove ancora sempre 3
Wordle: piove sempre ancora
2Piove sempre ancora[i]. Non è cambiato nulla, piove ancora. E sempre, in questi giorni, e anche nei giorni passati. Se penso a Torino com’era in quegli anni di piombo del secolo scorso quando pioveva, e si era sotto i portici, ovunque, in via Roma, in via Cernaia, in via Po e ben messi in postazione in piazza Castello o nella Galleria Federico che, ogni giorno, ogni giorno, quante volte in quella mia vita attraversavo per andare a curiosare tra i bouquinistes di piazza Carlina, e quando pioveva, e non eri a Milano, io anche a Torino non ho mai guardato il cielo, o l’avrò guardato da qualche parte, certo che l’avrò fatto, un poeta non può non aver guardato il cielo di una città che gli attraversa l’anima e quel cielo, poi, dove allora c’era il mio meridiano, quello del mio oggetto “a”, che un giorno sì e l’altro pure, continuamente passava al meridiano! I poeti, forse l’abbiamo detto un giorno, si dividono in due categorie, quelli che, come me, passeggiano sotto i portici a Torino e, nell'incantesimo dell’esemplare unico sabaudo, sono consci che non si daranno mai alla politica, né ci sarà mai nel loro destino un intreccio con una consorteria locale, una pro-loco, una confraternita del panettone e della cittadinanza onoraria nel paese che hai occupato abusivamente; e quegli altri, che non passeggiano sotto i portici a Torino e non hanno mai subito l’incantesimo dell’esemplare unico sabaudo, che, quando appare, il demone meridiano, fosse pure Valérie Andesmas che attraversa la piazza come solo lei sa fare[ii], è un semplice "spiritello della pugnetta", e allora questi altri poeti che non hanno mai visto piovere, né mai hanno scritto o , meglio, sono questi, sono i poeti che non hanno mai ricevuto una cartolina in cui si dice loro che in quella località da cui, caro amico poeta, ti scrivo questa cartolina, qui, “Piove sempre”.

▐ Pioggia ad ovest
© Blue Amorosi
Quando piove, pensavo l’altro giorno durante la mia passeggiata di mezzogiorno, e stava piovendo, e, lo sai, mi piace andare controvento e con l’acqua che mi bagna gli occhiali e non vedo più un cazzo, e allora ho pensieri morbosi, come sempre, piovono sempre e cadono in molte gocce, io le vedo queste gocce, ne vedo esattamente la direzione, le odo rimbalzare, ed è un piacevole rumore, certo che se fossi ancor più giovane mi piacerebbe ancora sentirle sulla pelle, lo sai che Canetti disse che “almeno tre sensi partecipano all’esperienza della pioggia: la vista, l’udito, il tatto. Tutti questi sensi percepiscono la pioggia come molteplicità. E’ facile ripararsi da essa.”[iii] A Torino, sì, certamente, ma, adesso, in questa bella nazione dell’abusivismo edilizio sfrontato e  perenne, la pioggia che, Canetti diceva che di rado è veramente minacciosa, è sempre minacciosa, nella maggior parte dei casi circonda l’uomo e lo fa annegare. Va glielo a dire, poi,  che il numero delle gocce è soggetto a notevoli variazioni e che, si sa, la pioggia avrà fine e quando finirà, le gocce si perderanno nel terreno senza lasciar traccia!
Va da sé che Thomas Bernhard, che è dentro il problema dell’umidità delle locande austriache, non avrebbe mai potuto scrivere tutto questo, nemmeno una riga, e nemmeno io a pensarci bene che adesso son dentro il pantano della Sibaritide, da cui avevo tentato la fuga proprio l’anno in cui ti feci avere la commenda alla The Walt Disney Company, che, ancora non c’era così scritta, perché era in assetto alla Arnoldo Mondadori Editore come Periodici per Ragazzi, niente, mi hanno riportato qui, e qui siamo sempre dentro la palude, anche quando non piove sempre.




▐ Il ponte a Challant St.Victor
[ii]Vedi Marguerite Duras, Il pomeriggio del signor Andesmas, ©1962   ; trad. it. Einaudi, Torino 1997 .
[iii]Cfr. Elias Canetti, Pioggia, in: Idem, Massa e Potere, © 1960; trad. it. Adelphi, Milano 1980.
Wordle: v.s.gaudio a klelia kostas piove sempre ancora
▐ La Wordle della lettera postuma
di V.S.Gaudio a Klelia Kostas

Antonio Spagnuolo ♪ Il solfeggio dello stile Pi

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Il solfeggio dello stile Pi di Antonio Spagnuolo
Come un solfeggio([i]) si pone nel periodo dello stile Pi([ii] )di Antonio Spagnuolo, è l’ultimo periodo della sua biografia e della sua poetica, è quello dello schema verbale “Unire”, in cui la struttura è ormai evidentemente drammatica: più che la “complessità”, tra gli indicatori globali di Moles, è l’”iconicità” che va incontro alla “pregnanza” e , in più casi, sopperisce al suo stato insufficiente. Senza andare a fare alcuna verifica, questo vuol dire che “il vocabolario della 1^ fascia” è a metà strada tra il 20-25% dello stile che abbiamo denominato Ko e il 32-35% dello stile chiamato Sui([iii]), e vuole dire anche che tra le 32 variabili morfo-lessicali di cui alla Grammatica italiana descrittiva di  Regula e Jerney([iv]), la Diatesi passiva e il Rapporto Verbi Passivi/Totale Verbi sta crescendo come crescono le congiunzioni coordinative, la metafora si è fatta più tenera e, mentre culla l’oralità del poeta, allontana inquietudini e ansie. Ma l’angoscia resta lì in agguato a soffiare sulla passione immaginaria dell’io, intanto che l’Altro se ne è andato e l’oggetto a del poeta, per questa scomparsa che sempre più si univocizza, non avrà più il peso specifico, la libbra di carne, che Lacan sostanzialmente gli dava.





[i]Antonio Spagnuolo, Come un solfeggio, kairós edizioni, napoli 2014.
[ii]Pi è il “ristagno”, in cui prevale lo schema verbale “Unire”: l’intelligibilità è buona; la complessità media; l’ambiguità alta; la pregnanza, invece, è bassa; la carica connotativa è ancora alta a fronte di un codice espressivo più ristretto che elaborato.Siamo in quello che Durand chiama Regime Notturno: con le strutture drammatiche gli archetipi vigenti sono la Ruota, la Croce e la Luna. E’ lo stile inaugurato nel 1993 con Dietro il restauro e portato avanti con Attese, Rapinando Alfabeti fino a Corruptions .
[iii]Cfr. V.S.Gaudio, La pelle del tamburo e le pupille del tempo, il coboldcasa dell'alchimista
Lo stile di Ko, che è il sovvertimento, era quello in atto in Candidae in Infibul/azione; poi, con il complesso di Ko, venne Sui, lo stile di Sui, che è tutto incentrato sullo schema verbale del “seguire” in cui l’archetipo sostantivo è la “Ruota” e i sintèmi sono costituiti dal “sacrificio” e dal “tempo”: lo stile di Sui era lo stile portante di Per lembi, Fratture da comporre, Misure del timore.Tra Ko e Sui la differenza sostanziale è che Koè dentro il regime diurno dell’immaginario e lo schema verbale è “distinguere”; Suiè dentro il regime notturno e lo schema verbale è “unire”.
[iv]M.Regula; J.Jerney, Grammatica italiana descrittiva su basi psicologiche, Francke Verlag, Bern 1965. Per essere più precisi in merito alle fasce linguistiche,ad esempio, in una poesia di 125 parole dello stileSui, le parole della 1^ fascia, che è quella che De Mauro ritiene la più semplice nel vocabolario di base, sono 42-44, senza considerare gli articoli, le preposizioni e gli avverbi, a cui vanno aggiunte altre 15 parole della 2^ fascia e solo 3 della 3^(che è il vocabolario dell’"alta disponibilità" di cui a Tullio De Mauro che comprende 1800 parole del suo vocabolario di base).


Breve





Affondo nella nostalgia veloce, che mi invecchia,
nei giorni che nascondono le ore
per sottrarre pensieri,
e il battito declina il calendario
che ti allontana misteriosamente.
Il turbinio di novembre ebbe l’attimo breve
rubando il tuo sorriso, sfregiando la carne,
mentre io toccavo l’ultimo foglio bianco
della nostra passione.
Un’elegia grida il suo stupore
nel brivido,
a piegare l’ombra preziosa
che ti insegue.


Ø  da: Antonio Spagnuolo, Come un solfeggio, ed.cit.:pag.41.

Raffaele La Capria ▐ Lettera a Ignazio Apolloni

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V.S. Gaudio 

10:57 (1 ora fa)
Ignazio
la dobbiamo mettere così com'è negli epistolari su gaudia 2.0 ? ma lui non s'incazzerà, se già ritiene la tua personalità misteriosa, ha 92 anni(che è poi il numero della "penna" nell'alfabeto del gancio mnemonico: p=9 n=2), si sentirà ferito a morte e urlerà "ah, quel lafcadio dell'apolloni, che personalità misteriosa, mi ha trafitto con l'epistola!"...

              !


░ Atti della XVI Biennale di Poesia di Alessandria

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La festa e la protesta
▐  I poeti della XVI edizione(2012)
▐ © elio carmi 1981
 
Puntoacapo editrice novi ligure 2013


▐ La quarta di copertina con tutti i poeti
della XVI edizione
░ La Biennale di Poesia di Alessandria – come si ricordava nell’invito alla presente raccolta di inediti – nei suoi trent’anni e più ha cercato di “cogliere e rappresentare la presenza dei poeti nella realtà umana e sociale del nostro tempo”. Un faticoso anno , il 2012, caratterizzato da diffusa delusione e risentimento (ma al momento quasi nulla è cambiato in meglio) con sensazioni di impotenza, divenute praticamente nulle le attenzioni da parte dei finanziatori pubblici, in passato disponibili a sostenere, seppure col poco, convegni e pubblicazioni di poesia. Come si sarebbe potuto suggerire, per un’iniziativa dimail-poetry, suggestioni e spunti di natura solo letteraria, quando a franare rovinosamente erano i sistemi sociali ed economici? Che il poeta allora, sono sempre parole della lettera d’invito, “si renda presente con uno scritto ritenuto sostanziale ed essenziale, per far emergere un quadro di situazione e quei fermenti che possano contribuire, a dispetto di tutto, a una civiltà della parola”.(…)
Così, dopo la protesta, si giunge a questa pubblicazione: una festa, per il lettore, trovare qui riunite tante importanti voci poetiche della nostra contemporaneità, di quel mondo poetico cui è affidato il compito di salvaguardare la nostra arte di parola e, conseguentemente, la nostra civiltà di parola.
Elvira Mancuso e Aldino Leoni▐ i curatori del volume

░ Inediti di Giorgio Bárberi Squarotti, Remigio Bertolino, Donatella Bisutti, Ettore Bonessio di Terzet, Antonietta Dell’Arte, Mauro Ferrari,  Gio Ferri, V.S.Gaudio, Loris Maria Marchetti, Beppe Mariano, Guido Oldani, Umberto Piersanti, Silvio Ramat, Antonio Spagnuolo, Ciro Vitiello, Guido Zavanone

░ Il testo di V.S.Gaudio è : Il nome di A.M.▐  tratto da: Aurélia Steiner de Goa, © 2009




Il professore della divina commedia e il monaco del gaudio

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©Il professore e la divina commedia del gaudio
by Gaudio Malaguzzi

Il professore di Dante e Boccaccio, che, per tutto il tempo in cui ha insegnato al liceo, è sempre stato tormentato dai suoi studenti e finanche dalle sue studentesse, con le quali era uso appartarsi nella latrina della scuola per stabilire seduta stante quale fosse la pratica, e anche la posizione, più lieta per ottenere il massimo dei voti nella interrogazione dell’ora successiva o del compito in classe, non è più tornato a scuola perché è stato tradotto in carcere dalla polizia giudiziaria incaricata di farlo in esecuzione al mandato di arresto. Si continua a disquisire ancora sul pathos di questo insegnante, tanto che le pratiche sessuali con le studentesse i cronisti di giudiziaria le danno come atto dovuto all’affabulazione patemica del docente. Anzi, si fa derivare il tormento, datogli dagli studenti e dalle studentesse non sottoposte all’affabulazione erotica se non sodomitica, alla gelosia e all'invidia di queste giovani creature. Tanto è che si pensa che finirà ai domiciliari in un monastero cosicché possa raggiungere il gaudio leggendosi ogni giorno la Divina Commedia insieme a quel monaco francescano, già condannato a dieci anni per aver abusato di una o più consorelle, con l’aiuto del Ghb e, per non destare sospetti sulla natura del gaudio, facendosi assistere dall'assistente dotato del cognome,che è l’archetipo-sostantivo dei cosiddetti misteri della Madonna.

░ Franco Verdi riceve la Lebenswelt™ di V.S.Gaudio

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Walls
® 1970


Quando ancora i Poeti visivi 
scrivevano cartoline
ai Poeti lineari...



La scheda della Lebenswelt di V.S.Gaudio
alla Deutsche National Bibliothek

Mario Grasso ░ Littra a V.S.Gaudio

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Littra a V.S. Gaudio
Mastru si’ tu
ca Mastru cci nascisti
iu scrivu minchiatelli di jarzùni
tantu ppi fari mprisi senza mprisa
caru Vu Essi ca stai ammucciatu
ma cu è ca havi occhi ti scumìa
picchi c’è lustru nt’a chiddu ca scrivi.
Ppi quattru past’i mennula sbarrasti
na jspensa ‘i sapienza…e n jornu doppu
ti passi u Ciordu ’n lastricu çiurutu…
È la to’gginirosità fatta sapienza
ca fa arrizzari  a mmidia d’i mischini
iu non mi sento i chisti e mi scappellu
d’aviriti pp’amicu quasi anticu
ca ora è n pezzu ca mi duni anuri.
D’u restu cchi ti dicu?
ham’ha fari na festa
cca a Catania appena poi
appena vuoi,
c’ammenu ni vardamu occhi nall’occhi!
Possibbili ca ncasu t’ancuntrassi
non ti canusciu?
Alessandro? Cci u dissi ca t’aspettu:
mario grasso




Wordle: littra a v.s.gaudio di mario grassoLa Wordle dellaLittra di Mario Grasso 

▒ Minitest. Il dito di Cattelan e il dito deittico del sindacalista

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Il dito deittico del sindacalista

Lo confesso. Ci sono rimasto di stucco. La signora torinese, torinese!, Santanché che dice al sindacalista che quel dito indicatore, il dito deittico!, se lo deve metter da qualche altra parte(guardatevi questo video qui) e non lo deve puntare contro la Signora sabauda o piemontese che sia! Io, quando vissi a Torino, confesso anche questo, riuscivo a sopravviverci perché ogni giorno mi facevo i miei chilometri sotto i portici per dare letizia al mio oggetto “a” alla ricerca dell’ Esemplare Unico Sabaudo, che, poi, a libido colma, ho cercato di definire dandogli l’assetto antropomorfico che goi compete con l’esatto indice del pondus e l’esatto indice costituzionale. Comunque, a Torino non mi successe mai di vedere né di avere a che fare con un prototipo femminile da Tv che potesse eguagliare per forma, eleganza, arroganza e aggressività, seppur costumata, la signora dei salotti della libertà e dei popoli, del capitale e dell’autoreggente, dello show-business e dello sciupio vistoso di cui alla teoria della classe agiata di Thorstein Veblen, di cui esiste una impeccabile traduzione per i tipi dell’editore torinese Einaudi, figlio di un presidente della Repubblica, e ora figlio di un ex senatore della Repubblica. Figuriamoci se abbia mai potuto imbattermi in un prototipo dello stesso genere che potesse arringarmi dicendomi che il dito deittico, tu, e i linguisti Cinque e quell’altro che se la menavano sulla deissi in "Lingua e Stile" e tu come un cazzone ne hai trattato nella Lebenswelt da inviare a Giorgio Barberi Squarotti, sai dove te lo dovresti mettere, poetino del cosiddetto?!

E allora mi son ricordato di questo abbozzo di minitest di Barlafùs, apparso su Spinoza.it, sul dito di Cattelan, quando tra febbraio e marzo di tre anni fa ci fu a Milano lo stesso interrogativo deittico della signora ricordata poc’anzi: dove potremmo mai metterlo il dito di C. senza che le umane genti lombarde abbiano a patire per le offese al loro pudibondo Super-Io? Così, uniamo i due diti, e corriamo in aiuto del sindacalista e dello scultore, e con il dito deittico in comune potranno se non altro trovare la pace per la loro libido, sapendo che quando c’è un dito in comune c’è anche una falange e mezza di gaudio▐ by v.s.gaudio
░ Aurélia Steiner di Torino al mercato della Crocetta: 
che rientra nel paradigma dell’Esemplare Unico Sabaudo
detto anche Esemplare d’obbligo giudaico-sabaudo      



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Sat Mar 12, 2011 6:41 pm
MinitestIl dito di Cattelan

Prendendo spunto dal thread messo qualche giorno fa nel Laboratorio
[→ http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f ... v%27%C3%A8 ] , 
ecco un altro minitest per chiacchierarci attorno.
Per sapere che tendenza erotica hai; ancora, non ho fatto nessuna verifica, sono andato…un po’ a braccio(stavo dicendo a menadito), ma conto di far uscire almeno 4 tipologie
Con qualche variante all’interno di ognuna. 
Voi rispondete a menadito, senza barare…


1.Il dito di Cattelan resta dov’è.
Dove?


a)in Piazza Affari
b)in C….
c)in Bocca
d)in F…

2.Il dito di Cattelan resta dov’è; e indica…

a) il cielo
b) te lo ficco in c.
c) fuck it!
d) presente

3.Il dito di Cattelan resta dov’è…

a)…ma si può muovere
b)…a monito degli usurai
c)…a monito dei mercanti
d)…a monito degli azionisti

4.Il dito di Cattelan…non resta dov’è…

a)ma viene spostato a casa dell’autore
b)ma viene spostato nella Bat-Morat House
c)ma viene spostato a Villa S.Martino
d)ma viene spostato allo Stadio
“Tutto è possibile, se non sai di che cosa stai parlando"
[Legge di Green sul dibattito, Murphy’s Law Book Two, © 1980]
 

Ron Padgett▐ I saw the lovely sky

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I saw the lovely sky, blue and bright.
If only I were a little bird
Inwardly firm, so I might
Delight myself with lovely sights.
The huntman’s out to kill us who pecked at his fruit.
How clearly the moonlight speaks to me:
You will find the right words
To gaze on the earth from a dazzling height!
What can be the real difference?
Difference?
O fate, O sad duty,
O mankind, O life, what does it mean?
They grumble toward heaven,
But ah, who will lay me in it?
Being already up there
In the deep, deep grave
Of the stars
Ron Padgett, from “Homage to Franz Schubert.”
Illustration credit Naftali Beder.



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