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Maria Giovanna Ruscito ⁞ La bonaccia marzolina

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1-l'enigma di un'idea

Soffoca liberandosi l'enigma di un'idea
al termine di un'ipotesi raccolta
che non credevo di sapere.

Ora giungono quelle sfumature
di epoche atemporali
pallide e per abusi di pensiero.


Il tempo mi costringe volgendo le spalle
fioccando a gocce
gli eventuali riscaldano l'aria
sublima la profusione.

Maria Giovanna Ruscito · 
Nulla di particolare nella quiete del cielo

2-Al di là dell’estate
I concisi assolati rossori
al di là dell'anzi ove
insieme esisteva
il tranquillo empireo senza fato.

Per noi solo l'adatto accettare
risplendere
fermare
aldilà della meraviglia.

Di nuovo al ghiaccio
riposano alle radici del brio asperule garganiche
ciascuna nasconde
quale difesa dall'ombra
affinché alcun frascheggio
divorzi le attese.

Sincrona scorsa,
l'incanto aleggiava.

Wordle Maximumwords70


















6-attraverso l’ essenzialità
essenza conforme alla danza degli avventi
che trasversalmente pelagi  e profondità tranci
obietti le suppliche naturali
ma inquisisci ogni mia epoca
realizzando ogni  mia
mentre misuro copiosamente più poco
dell’opulento spruzzo

allatua complessione formo il tuo cielo
imponderabile alleato
ove eternamente affaccio eredi
eredi d’essere confesseranno
memorizzerai me

argini aliti dislocando  pascoli come  crine imbrigliate
ad oltranza disponibili

http://img1.blogblog.com/img/icon18_wrench_allbkg.png
7-Coniugazione ipotetica
Sintesi che eclissa
la brama circostanziata
di sedimentate illazioni
coniugazione ipotetica
biblica congiuntura
lacerante postulato d’amata ecloga.

12-oltre lo sguardo
mi attardo in differenza
all’estrema scorsa
di svariati paradigmi infranti
oltre il crepitare dei bagliori

l’espressione riallaccia il clamore
sempre ribattezzando
antenate attese

negli arresti
schizzando ghirlande
l’esistenza glabra della rupe

La Sábana di  Ana Teresa Fernández ▬ nella bonaccia marzolina ?


18-il monello
la bonaccia marzolina
quando il mese monello  è in quiete
non mi osserva vicina da prossimo

l’inquietudine sovrasta lo spirito
sediziosa lievito

24-prosènchima
prosènchima sostegno
di lunghe fibre riavvolte
legnoso bardo lucente
di mimetica essenza
costante vascello
di non trasudanti
oscillazioni





26- presenza
ipotizzi cognizioni
soffi acrilici
di schizzi abbozzati
un amalgama brulicante
opinioni chinate
vandalica presenza
                                                                                                                                 
27-seduzione
bilanciate anomalie
abbaglianti quieti
pensate astrazioni
turbolente seduzioni
Flash
Un nome simile
mi sarebbe piaciuto.
Collegata sincronicamente
simultaneamente intrecciata
prendo da un elenco
condensazioni semantiche
sfilando simultaneamente
matrici di lavoro.
Insolite circostanze
da congelamento rapido
inessenziale processo naturale
immortalato subito
Al bar
Saremmo nati
in un pianeta di ghiaccio,
secco.
Sotto il controllo
di microonde.
poco del viaggio gioioso,
sgradevole circostanza anzi-detta.
Spengo la musica, l’assordante rumore
in vista di una immensa voglia.

Esiste certamente
Esiste certamente un potenziale
che opera il decadimento,
il lento tracollo
sino alla totale definizione

Una forza attiva
dall’istante dell’esplosione iniziale.
Da quel preciso baleno
come due facoltà, due energie
una forza ed una contro-forza
un’energia somma di due
che fan muovere le cose
in modo opposto.
Nulla di particolare
prima del ritorno.

[da * Maria Giovanna Ruscito | L’enigma di un’idea © 2012]



Lo step-style della bonaccia marzolina
di V.S.Gaudio
Anni fa, ci fu opportuno parlare delle avventure audaci e sistematiche dello spirito del libeccio, sobillato da un post di Gianni Sinni, su “Il Post”, che dava all’arancione, il colore del vento che accomunava la vittoria alle elezioni amministrative di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli. La combinazione tra giallo e rosso, scrivemmo, porta tre varianti, ci si riferiva a quanto nella rubrica dei Test che curammo per “Donna Moderna” fosse entrato in quanto colore: 1) lo spirito aperto e conciliante che soffia tra le grandi imprese e le avventure audaci; 2) lo spirito vivace e la versatilità che soffiano sull’ostinazione sistematica; 3) lo spirito discontinuo tra slancio e capacità d’azione. Tre varianti per l’animus della donna, o, quantomeno per l’oggetto “a” femminile e quindi, nel caso del vento elettorale, riferendoci all’elettorato femminile, si accennò alla pulsione che combina i due colori fallici, il rosso e il giallo e, quindi, alla scelta vincente dell’arancione, che era l’elemento cromatico del vento della vittoria in quelle elezioni amministrative riguardanti due città metropolitane così diverse, una avanzata urbanizzata, la cosiddetta fascia dell’Italia Metropolitana, e l’altra arretrata altamente urbanizzata, che è nella fascia dell’Italia dispersa e affollata.
In sostanza, il libeccio, che si abbinava all’arancione, e che, a Milano, nei nostri tragitti urbani non abbiamo mai sentito che vento ci fosse, né ci era mai occorso che un qualsivoglia vento abbia mai sollevato la veste di un nostro oggetto “a” così avanzato e urbanizzato, ora che siamo qui nella poesia del mese monello, alla stessa stregua semantica e paradigmatica dei Test per “Donna Moderna”, che spirito fa soffiare? Sembra che lo spirito a volte si stia aprendo e poi c’è in sostanza questa apparente bonaccia, come se sul sintagma nominale non soffiasse più quel lieve libeccio arancione, e allora la pulsione fallica si acquieta, si fa quasi uretrale, ci vuole poco, e dall’accumulazione affettiva e  dalla sintomatologia quasi feticistica si passa alle conversioni spasmodiche dovute allo schema verbale della pulsione “e”, che è quella uretrale, che soffia dentro, è come se il libeccio  si commutasse  in bonaccia marzolina: dall’arancione, dai colori fallici rosso e giallo, all’apparente quiete, che, però, è dentro la sintomatologia esplosiva del colore uretrale, che, allora, come sarà?
Sottentra nella bonaccia marzolina quello che come immagine può essere un prato e la marzolinache in sostanza afferisce al formaggio fresco di bufala fatto a marzo , e quindi vedete come , come una manifestazione allergica, che soffia nel nome del mese, continua a soffiare un mezzo vento di Marte, che, se non è il libeccio, che è da sudovest che scompiglia il dono di sé e alimenta lo step-style tra spirito di distruzione e spirito realista, allora è evidentemente questa bonaccia marzolina, la bonaccia marziana, la bonaccia della bufala che ha lo step-style tra la dolcezza  di uno spirito esplosivo e la collera di un fuochista travestito da pompiere. Il colore dello step-style della bonaccia marzolina, tolto il formaggio fresco della bufala, è di un giallo lieve, anche il limone, se vai a vedere, è nel paradigma della bonaccia marzolina, come la sabbia e la pietra pomice, il ciclamino anche e l’ocarina. O forse è il blu nero, che è il colore dell’incantesimo, seppur nella misura breve del sintagma quieto e nominale, una sorta di miraggio condensato, o un segreto, che non è detto che non abbia verbo,sangue, corpo e sesso. Dentro le cose, questo stile della contuizione , da contuitus (più come “sguardo” che come “vista”, fino a rendere immobile e nominale lo schema verbale deponente del “contueor”  di “guardare con meraviglia”), opera una sorta di contrazione tra conscio collettivo e conscio personale, senza per questo accedere al significato nascosto di una cosa o di un sostantivo-archetipo, non c’è la procedura osmotica mediante un piano affettivo fatto di sentimenti, di simboli, di analogie, è apparentemente la strada della mistica ma ha l’adesione magnetica, breve, dell’amore fisico, tanto che il pansensualismo cosmico, che è sempre poco accessibile, che di solito si concede ai poeti nati in marzo, qui ha qualcosa di ancor più marginale, come se lo step-style della bonaccia marzolina avesse una lunghezza d’onda criptata: la dinamica, ma si tratta invero di quietudine di Marte, della bonaccia marzolina [i] non ha una coscienza cosmica ma è come se frammentasse non solo il reale ma anche l’etica, non ha sentimenti, simboli, analogie, è dentro questa pulsione un po’ gialla e un po’ blu-nera, una sorta di meccanismo fantasmatico che fa soffiare sempre la bonaccia marzolina tra la quiete degli schemi verbali e l’inquietudine dei sostantivi-archetipi. Lo stile della duplicità che non sa se cedere ai fenomeni di possessione o se farsi ossessionare dai fenomeni di conversione.E’ la bonaccia marzolina[ii].                                                   



[i] La quietudine di Marte, versus la bonaccia marzolina [ se fosse al polo Sud, “scorsi i primi ghiacci galleggianti il 14 marzo, a 55° di latitudine. Il Nautilus navigava in superficie(…).Verso sud, all’estremo orizzonte, si stendeva una fascia di un candore abbagliante. A questo fenomeno i balenieri inglesi danno il nome di ice blink, cioè “bagliore di ghiaccio”: per quanto spesso sia lo strato delle nuvole, questa luce che preannuncia la banchisa, non si offusca mai”(Jules Verne, Capitolo XVIII.Il polo Sud, in:Idem, Vingt Mille Lieues Sous les Mers © 1869)] sarebbe l’ice blink, il bagliore di ghiaccio. Che sembra, anche alle latitudini dell’emisfero boreale, inesplicabilmente connesso al 14 marzo. Questo stesso step-style mi fa pensare, in musica, al recente fenomeno di Joan Thiele, per la quale abbiamo parlato dell’Hot-line Blink nella puntata 28 de “La posa del caffè e la psicanalisi”, su pingapa l’8 gennaio 2016.
[ii] Noi abbiamo prestato l’I King alla poetica permettendone la definizione in merito agli Indicatori Globali usati da Abraham A. Moles [per analizzare l’immagine o lo schema: la complessità, che equivale alla misura sintattica; l’ iconicità equivarrebbe all’intelligibilità del testo; la polisemiaè l’ambiguità di connotazione; la pregnanza, se in un’immagine è data dal rapporto dei contorni e dei contrasti, in un testo è svelata dal rapporto ellittico dell’entimema]. Adottando il metodo di cui abbiamo già riferito in altri studi(su Cesare Ruffato, Amelia Rosselli, Ginestra Calzolari, Marisa G. Aino) vediamo come si forma l’esagramma dello stile di MariaGiovanna Ruscito: al 6° posto la buona intelligibilità fa ottenere una linea intera; al 5° posto, la complessità contenuta ci dà un’altra linea intera; al 4° posto, l’ambiguità alta corrisponde a un’altra linea intera; al 3° posto, la pregnanza sufficiente è quella di un’altra linea intera; al 2° posto, la carica connotativa sommersa, quasi segreta, attiva un’altra linea intera; all’inizio, il codice più ristretto che elaborato disegna una linea spezzata . Il trigramma superiore è Ch’ien, il Cielo, sotto il quale soffia Sun, il Vento, e non poteva essere altrimenti, tanto che l’esagramma dello step-style della bonaccia marzolina è il 44. KOU, il farsi incontro, o gli incontri improvvisi: dalla mancanza di pelle che attiene alla linea della pregnanza, come se al sintagma il camminare a volte fosse gravoso, al melone coperto della complessità, le linee sono celate, e l’immagine è quella che al di sotto del cielo c’è il vento, l’abbiamo visto, tra il giallo lieve e il blu profondo, l’immagine degli incontri improvvisi della bonaccia marzolina, e sopra, la linea intera dell’intelligibilità, dice l’I King che si fa incontro con le sue corna, la bufala marzolina, è come se ci tirasse un po’ fuori dal mondo, o dalla linea dell’orizzonte, da cui  la contuizione, lo sguardo dentro le cose, quella spinta sotto, quell’imbattersi in bilanciate anomalie, abbaglianti quieti, opinioni chinate, lunghe fibre riavvolte, l’istante dell’esplosione iniziale, turbolente seduzioni, due energie, nulla di particolare prima del ritorno nella bonaccia marzolina.


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