!in memoria di GIO FERRI
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L'ultima pagina, pagina 27, del dattiloscritto di Gio Ferri sull'ultima poesia inviato a V.S. Gaudio: la bibliografia, i poeti trattati |
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La prima pagina ( e i primi 6 paragrafi) del dattiloscritto di Gio Ferri sulla ricerca dell'unità analogica dell'ultima poesia, inviato a V.S. Gaudio |
+ Nel giugno del 78, Gio Ferri, da Milano { ancora non si era trasferito sul Lago diventando, così, vicino o compaesano di quel controverso generale o colonnello che fosse dei Carabinieri, Delfino, mi pare che si chiamasse, che, insomma, guarda te il caso, veniva più o meno dalla stessa zona di Mimmo Cara, con cui Gio stesso ebbe una solida connessione} mi inviò un dattiloscritto sull’ultima poesia, La ricerca dell’unità analogica: la bibliografia qui riprodotta da quel dattiloscritto indica i poeti trattati nel suo saggio.
Al momento, il testo era inedito. Poi, non so dove sia stato pubblicato, o se sia stato mai pubblicato.

GIO FERRI |“La 22^ rivoluzione solare” di V.S. Gaudio un esempio inedito di accentuato mimetismo e di negazione analogica
(…)
5.Nella performance dell’ultima poesia – condotti alle estreme conseguenze processi di origine simbolistica – si dibattono, sviluppando gli insiemi infiniti e infinitesimali della realizzazione dell’análogos, due rapporti dialettici. Scatenati da più autori e, talvolta, entro l’a/stanza dello stesso autore. Da un lato lo sviluppo analogico orizzontale– storico. Dall’altro la negazione analogica individuata in profondità– dietro, piuttosto che a lato.
(…)
14. Nell’analisi di alcuni testi ultimi potrà seguirsi l’itinerario della contraddizione di una parola nella sua cultura – borghese ed esausta – e contro. La scoperta dei dissensi fino all’assenso nell’utopia del capovolgimento. Possibile, ora ( e sempre?), solo nella poesia.
(…)
24. Nell’ambito dell’intervento perpendicolare al senso della storia, in una viva contraddittorietà, “La 22^ rivoluzione solare” di V.S. Gaudio è un esempio inedito di accentuato mimetismo. Viene spontanea l’analogia con alcuni rilievi formalistici( di Hugh B.Cott) sulle espressioni animali di adattamento visuale in rapporto all’habitat. Quando per habitat, nel caso della poiesi, si intenda la condizione discorsiva e manieristica, che non può non essere intaccata nella norma se si vuole aprire allo scarto eversivo e creativo. Una lettura in questi termini de “La 22^ rivoluzione solare” potrà documentarci di “ombreggiature mimetiche differenziali”, di “massimi contrasti di discontinuità”(distogliere il giudizio spezzando la superficie continua), di “mascheramenti”(rassomiglianza con gli oggetti di fondo). Sono le situazioni che Domenico Cara, nell’introduzione, riferisce allo “stupro dell’a-sintattismo in senso allusivo”, subdolamente penetrativo, aggiungiamo noi, piuttosto che platealmente dichiarato.
Mi ricorda il punto vernale
quando si muove all’indietro
la precessione
la forza della forma aumenta in distanza la repulsione
s’affatica
spenta nel rosso sembra cruda, più sottile
è un’altra
quando te n’avvedi espandendoti anche tu
la fuga questa volta gonfia
o meglio una distribuzione in massa al buio
dove credi che non ci sia nessuno c’è periferia
dalla finestra radio le urla
una ricezione di folla, aliti di fame
a distanza critica l’onda sommerge
tale intimità olfattiva uccide
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La lettera di Gio del 2.6.78 con cui trasmise a V. S. Gaudio il saggio L'ultima poesia. La ricerca dell'unità analogica |
Il mascheramento è evidente. La convenzione appare rispettata. Nelle successioni ritmiche. Eppure si acuisce quasi subito un senso di spaesamento, di diaclasi occulta, ma reale. Il terreno, sotto i piedi, non è stabile. C’è un moto ondulatorio non chiaramente percepibile, ma infine disequilibrante: “quando si muove all’indietro”, “la forza delle forze aumenta in distanza la repulsione”, “a distanza critica l’onda sommerge”, ma al di là dei nessi, apparentemente espliciti, e della stessa ordinata disponibilità semantica, il giudizio sull’insieme viene appunto distolto dalle spezzature alogiche, sulla superficie continua. La successione straniata dei soggetti delle proposizioni(i “massimi contrasti di discontinuità”), l’assenza di rapporti stretti tra i motori delle frasi petitive(“il punto vernale”, “la precessione”, “la forza”, - “è un’altra”, quindi estranea a sé – “tu”, “la fuga”, “le urla”, “l’onda”, “intimità olfattiva”). Estraneità per altro non dichiaratamente metalogica, come avviene nella modalità surrealista; i contrasti sono condotti su ombreggiature e non su scissioni, tanto è vero che alla prima lettura, o a un approccio attento più alla sequenzialità del fondale che alla provocazione prudente, il processo acquisisce anche una sua cantabilità. E rimanendone suggestionati apparirà più disorientante la turba dell’equilibrio. Una sottile operazione sul linguaggio, quella di Gaudio, che darà i suoi frutti.
!da: GIO FERRI, L’ultima poesia. LA RICERCA DELL’UNITA’ ANALOGICA, © 1978: inviato a V.S. Gaudio il 2 giugno 1978.